Punto numero 1: DOVEVO dormire. Come e' cominciata la mission?

Punto numero 1: DOVEVO dormire. Come e' cominciata la mission?

Io e Igor, più che una coppia, siamo una squadra. Lo abbiamo capito fin da prima di metterci insieme e, sara' perche' ci siamo trovati un po' piu' tardi del solito, gia' verso i 40, dell'importanza del gioco di squadra ciascuno di noi la sapeva lunga. Viviamo a Varsavia con la nostra famiglioula, io italiana di Milano e lui polacco (ma sembra un vikingo, haha). Io sono un’esplosione di energia, e ho un bisogno interno di esprimere la mia inventiva. Lui e’ un nerd a cui piacciono le cose logiche e multifunzionali, ma è anche super sciolto e amante delle avventure.

E' grazie a questa nostra sintonia speciale che ho deciso, all'alba dei 38 anni, di farci un figlio, anzi una figlia, Julia. Idea geniale, una gioia e una responsabilita' fin da subito divisa fra di noi in parti uguali, e con una grande dose di allegria e risate.

Julia è  stata la mia seconda, voluta ma, lo ammetto, assolutamente non programmata. Perche'? La verità è che il mio primo baby, che e' un mito e mi rende ogni giorno orgogliosissima, mi ha devastato due anni di vita (i suoi primi due, dei quali ovviamente non ha memoria). Cioe', deprivazione del sonno a livello di tortura nazista. Un trauma di quelli da far fuori con la psicoanalisi. Insomma, di avere il secondo avevo proprio paura! 

Con Igor, però, ho capito che fatica o no, ne sarebbe valsa la pena …e mi sono buttata! Meno male, perche' non fare un figlio con uno come Igor sarebbe stato un errore madornale!! 

Buttata mi sono, ma con la testa. Punto numero 1: DOVEVO dormire. Così prima del parto ho cominciato a informarmi (cosa che 10 anni fa, quando aspettavo il primo, non ho fatto!). Ho scoperto l'esistenza degli swaddle, ne ho comprati 2, quelli con le opinioni più favorevoli. Sono andata abbastanza alla cieca, guidata più che altro dal terrore delle notti insonni che mi aspettavano. Dentro di me pensavo che non avevo niente da perdere. Fast forward a dieci giorni dopo il termine (no comment), Julia è uscita dalla sala parto dentro a uno swaddle. 

L'ostetrica ci ha chiesto cosa fosse. 

Igor era preoccupato che non respirasse. 

Io, ancora in mode da partoriente, ho vietato categoricamente a tutti di contravvenire alle mie direttive ;) 

Il primo mese, durante le notti, Julia, sempre negli swaddle, ha dormito cosi' a lungo che la pediatra ci ha sgridato. Ma cresceva bene, piangeva poco ed era tranquillissima. Anche l’allattamento, in confronto alla prima esperienza, e’ andato super-smooth. Sara’ che ero relativamente riposata?

Sull'onda delle decisioni vincenti, mam mano che Julia cresceva abbiamo cominciato a cercare e acquistare vestitini e prodotti "intelligenti": non diecimila caz***e, ma quelle 3 cose di qualita', prodotte in Polonia, e pensate in tal modo da facilitare la vita. Perché chi c'ha voglia di passare trent'anni a slacciare e riallacciare duemila bottoncini ogni volta che bisogna cambiare il pannolino? E che senso ha comprare una cosa per metterla 3 volte, o perché Julia ieri e' cresciuta o_0, o perché la macchia dell'ultima cacca chimica e’ impossibile da candeggiare?? (Che poi magari esiste pure la suocera che t’insegna i segreti del candeggio perfetto, ma AVRO’ IO TEMPO PER ‘STE STORIE??) (PS: non potevano non farlo BIANCO, ‘sto vestitino??)

Pian piano, ci siamo resi conto che qui in Polonia ci sono tantissimi piccoli produttori di abbigliamento per bambini, soprattutto giovani mamme, che vendono online prodotti che sono espressione di una loro idea, con produzione e magazzino davvero minimi. Mamme che un giorno si sono dette: “Non esiste sul mercato la giacca di cui mio figlio ha bisogno. Ma io so come dovrebbe essere, quindi gliela faccio io!”. Un attimo di pausa per esprimere respect per questo tipo di persone.

Riprendiamo. Si tratta di abbigliamento fatto di materiali di qualità, idee uniche e spesso a dir poco magiche, capi praticamente cuciti a mano o in piccoli stabilimenti, su ordinazione. Julia a 10 mesi ha deciso che voleva camminare, e ho passato innumerevoli pomeriggi al parco giochi, con lei che a passo incerto si ribaltava mille volte sulla sabbia umida polacca ma io me ne fregavo, perche’ aveva dei comodissimi pantaloni in softshell di Miapka Design, piu’ larghi sul didietro e a vita alta, morbida ed elastica, cosi’ quando si piegava non si scopriva la schiena. Non li aveva nessun’altro, e a me li aveva suggeriti un’amica.

Col passare del tempo mi sono resa conto che le mie giovani cugine milanesi, che nel frattempo avevano cominciato la produzione di pupattoli, non avevano a disposizione le stesse geniali soluzioni. Cominciando dallo swaddle che, certo, si puo’ comprare su internet, ma 1) e’ raro che un genitore sia consapevole della sua esistenza, o che sappia che possono calmare efficacemente le coliche, 2) sorry, ma se ne sai qualcosa, la maggior parte degli swaddle disponibili sono proprio cattivi per la salute del neonato! (Consiglio caldamente a tal proposito questo articolo del mio blog: Swaddle o non Swaddle? Informati!)

Ed ecco che un giorno mi si e’ accesa la lampadina. Avevo una missione: propagare tutte le genialate di cui sopra in Italia, perché tutti i genitori potessero gioirne tanto quanto me e Igor. All’inizio ho spedito diversi swaddle alle cuginette e alle amiche delle cuginette, ma le ragazze avevano difficolta’ nello scegliere i prodotti dalle pagine in lingua polacca :) e il costo del corriere per questo tipo di spedizioni e’ davvero alto. Oltre a queste difficoltà rispetto a un prodotto sul quale c’era gia’ una conversazione in corso, avevo molti altri prodotti che avrei voluto far conoscere, ma mi era difficile presentarli in maniera conclusiva, non avendo una piattaforma d’informazione. 

Perciò niente, ho deciso che dovevo avere una pagina mia! E sarebbe stata un club, cioe’ una community di Parents che condividono il nostro approccio alla genitorialita’, che e’ responsabile:

  • verso noi stessi, che non siamo definiti unicamente dall’essere genitori e abbiamo diritto, anzi il dovere verso noi stessi, di facilitarci la vita
  • verso i piccirilli, le cui proporzioni fisiche e necessita’ giornaliere non sono quelle di un adulto in miniatura
  • verso l’ambiente, perche’ non accettiamo il consumismo scellerato dei vestiti usa e getta, soprattutto per i bambini, che crescono alla velocita’ della luce
  • e per finire, alla luce degli ultimi accadimenti sul piano internazionale, verso i profughi e i bisognosi dell’UCRAINA. Siamo gia’ coinvolti privatamente negli aiuti alle famiglie fuggite dal conflitto. Abbiamo deciso che anche Babyboom Club, che ha sede in Polonia, s’impegnera’ attivamente a questo livello. Se sei interessato ai dettagli o vuoi partecipare, visita il link che segue 

Cominciamo oggi una nuova avventura! Ricordati, feedback is the best, scrivici e commentaci. A parte il fatto che c’interessa sapere cosa pensi, tue osservazioni ci aiuteranno a migliorarci :)

See ya,

Eleonora



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